N° 10
(PARTE
PRIMA)
Di Carlo Monni
Non è passato molto tempo da quella tragica giornata in cui Isla Suerte fu devastata dalla rovinosa eruzione, stimolata dai poteri del criminale Firebrand[1] del vulcano, sino ad allora, spento. Gli abitanti dell’isola, una piccola perla del Mar dei Caraibi, si sono messi al lavoro per riparare le ferite inferte dal vulcano ed i frutti si vedono moto bene. In questo piccolo lembo di terra i destini di tre persone stanno per intrecciarsi con esiti imprevedibili.
Una storia deve cominciare da qualche parte, questa comincia con l’atterraggio di un jet all’aeroporto dell’isola
Come
abbia fatto a farmi convincere a venir qui, ancora non lo so. Debbie ha
insistito con molta forza
-Hai bisogno di una vacanza Matt.- ha detto –Hai subito
parecchi stress ultimamente. Devi staccare almeno per un po’, poi tornerai a
New York fresco e riposato, pronto per il processo.-
È
stata irremovibile ed alla fine, ho ceduto ed eccomi qui. Mi chiedo cosa
direbbe se sapesse che sono Devil e che le cose che mi sono successe
ultimamente mi hanno veramente stressato.[2]
Devo ammettere che staccare la spina non è stata una cattiva idea, dopotutto,
ma le vecchie abitudini sono dure a morire: il costume di Devil, l’ho messo in
valigia, anche se non vedo motivi per indossarlo qui.
Una
parte di me si sente in colpa per essere qui. Colpa nei confronti di Karen per
essere in compagnia di un’altra donna. Lo so che Karen è morta e che la vita
continua, eppure non passa giorno che non pensi a lei ed il fatto di aver
spedito in galera il suo assassino[3]
non serve certo a farmi star meglio; colpa, e questa è anche più irrazionale,
nei confronti del mio ex socio ed oggi Procuratore degli Stati Uniti, Foggy
Nelson, ex marito di Debbie. Lo so che Foggy non è più interessato a lei, che
sta cercando di ricostruire il suo rapporto con Liz Osborn, ma…è come se
temessi di fargli un torto. Sento il delicato profumo di Debbie e la mia mente
torna indietro di anni a quando io e Karen, che ancora non c’eravamo confessati
i reciproci sentimenti, e Foggy e Debbie, fidanzati di fresco, uscivamo
insieme, una doppia coppia piena di ideali e voglia di vivere. E di nuovo penso a Karen, un velo di
malinconia mi coglie e sento che Debbie se ne accorge, non è giusto che ci
rimetta lei. Abbozzo un sorriso e lei mi stringe una mano.
Centro di detenzione federale di New York. La massa
su due gambe, che si muove nel cortile durante l’ora, d’aria risponde al nome
di Wilson Fisk, ma sono anni che tutti lo chiamano in un altro modo: Kingpin.
Da anni non è più il signore del crimine newyorkese e di questo deve
ringraziare una sola persona: Devil. Senza quel dannato benefattore in costume
i vari Tower, Nelson; Malper non avrebbero avuto alcun elemento per
rinchiuderlo in prigione e processarlo, ma avrà la sua vendetta, non importa
quanto ci vorrà Aveva pensato di usare il segreto della sua doppia identità, di
passare ai giornali la notizia che il famoso avvocato cieco Matt Murdock è ed è
sempre stato il supereroe Devil, ma conosce il suo nemico: sarebbe riuscito a
sopravvivere.ad evitare la catastrofe, l’aveva già fatto altre volte,
dopotutto. No, niente di simile, la sua vendetta sarà qualcosa di diverso e
Murdock saprà che è lui il responsabile.
Immerso nei suoi pensieri, Kingpin quasi non sente
i commenti di un detenuto seduto poco distante, quasi…purtroppo per l’uomo
-E
quello sarebbe il temuto Kingpin? A me sembra solo un grassone qualunque,
farebbe paura solo ad un piatto di pasta!-
Kingpin si volta e si avvicina
all’uomo.lo afferra per il bavero e lo sbatte a terra, poi gli afferra un
braccio e comincia a torcerlo mentre dice:
-Per
tua norma, questo non è grasso, ma muscoli e credo che ora tu ne senta il peso.
Ad ogni modo, non è educato dare ad un uomo del grassone, forse dovresti
chiedere scusa, non credi?
.Io….ah…scusa…-
-Più
educatamente…ne sei capace, vero?-
Nel cortile risuona secco uno snap
mentre l’uomo urla dal dolore.
-Come
si dice?-
-Mi…
mi…scusi…Mr. Fisk…non…non le mancherò più di rispetto...-
-Bravo,
il rispetto è importante, ricordalo.-
Si allontana mentre arrivano le
guardie. Forse lo terranno in isolamento per un po’ dopo questo, ma ne valeva
la pena: si sente meglio adesso.
Le persone dinanzi a me si
autodefiniscono Comitato Esecutivo del Maggia, sono qui per valutare la mia
idoneità e diventare Capo dei Capi della Costa Orientale. Sarebbe facile per me
sbarazzarmi di loro, ma i miei anni nel mondo degli affari mi hanno insegnato
la diplomazia, per ora ho bisogno di loro, ma al momento opportuno, scalerò
l’intera catena di comando.
-Avete
accettato Fisk, che non era dei vostri.- dico loro –Potete accettare me.. Avete
bisogno di un uomo che sappia dialogare con le triadi e con le nuove mafie
etniche, io sono quell’uomo e lo sapete.
-Chi
ci garantisce che proteggerà i nostri interessi?- chiede uno di loro, accento
europeo, francese, mi basta per identificarlo con certezza
-Mi
conosce di fama Monsieur Daladier, ho avuto i miei rovesci, ma conosco i
meccanismi del potere e lo so gestire. Fisk ha decimato le gerarchie nella sua
scalata al potere, una mossa che dimostra la sua inaffidabilità-Lasciate fare a
me ed io ricostruirò la piramide del potere più forte di prima.-
Alla fine li convinco a darmi tempo e
quando se ne vanno, io sto già elaborando le mie successive strategie. La prima
mossa è organizzare un incontro con i capi degli altri cartelli criminali. Un
vero e proprio vertice, ma alle mie condizioni.
-Lapide!-
chiamo.
Il mio fedele killer albino entra
nell’ufficio.
-Cosa
c’è Gufo?- chiede.
-Ho
da affidarti un incarico che ti piacerà.- gli dico.
2.
Lo
ammetto, mi sento bene, è stata una giornata di piacevole relax e Debbie una
piacevole compagna. Debbie mi sta spiegando che il nostro weekend ad Isla
Suerte è offerto dalla generosità di suo padre, che sta cercando di
riavvicinarsi a lei. MI viene in mente che non vedo Bernard Harris da anni, dal
giorno del matrimonio di Foggy e Debbie direi, il che mi riporta a pensare a
quante cose siano cambiate in questi anni. Dopo cena facciamo una passeggiata
sulla spiaggia. Sento l’aroma del profumo di Debbie che si stringe al mio
braccio, ogni tanto mi da qualche piccolo avvertimento, ignara che riesco a
percepire gli ostacoli meglio di lei che li vede, ma preferisco non dirlo. Troppa
gente conosce la mia doppia identità, per una volta, voglio godermi la vita del
semplice Matt Murdock con una persona che non ha niente a che fare col mondo di
Devil, se non indirettamente.
-C’è stato un bellissimo
tramonto Matt, i colori sono vividi ancora adesso..se solo potessi vederli….-
Mi
piace la disinvoltura con cui parla, accetta il fatto che sono cieco senza
girarci intorno, senza quell’ipocrisia del politicamente corretto e sa che non
mi offendo
-Beh, mi godo la vacanza in
altri modi, non preoccuparti Debbie.-
-Matt, ho conosciuto pochi
uomini come te. Sei sempre così sicuro di te, niente riesce ad abbatterti
sembra.-
-Ho avuto molti momenti no,
Deb…- le rispondo -…ma, forse, gai ragione, non sembra proprio che sia capace
di arrendermi.-
Sento
l’intensità del suo profumo, mentre il suo volto si avvicina al mio.
-Matt…- sussurra.
È
un momento in cui potrebbe succedere di tutto, sento le sue labbra avvicinarsi
alle mie…poi, mi ritraggo.
Lei
rimane interdetta per un attimo, il suo battito accellera ancora, il suo
respiro si fa affannoso, poi le sue reazioni si calmano, lei gira la testa
dall’altra parte.
-È per Karen, vero?- dice –Pensi
ancora a lei lo so e con me è peggio perché siamo state amiche, non puoi fare a
meno di pensarci.-
Non
rispondo, non so cosa dire, probabilmente ha ragione.
-Io ti capisco Matt, non ti sto
chiedendo niente, credimi, solo….Non puoi vivere nel ricordo. La vita continua
per tutti noi ed anche lei vorrebbe che tu facessi quel che sai fare meglio:
andare avanti.-
Se
ne va ed io mi chiedo se dovrei andarle dietro. Credo abbia ragione. Da quando
Karen è morta, il mio cuore si è chiuso. Natasha, Cheryl, nessuna di loro è
riuscita a far breccia ed ora, forse dovrei…
Rientro
all’albergo, passo davanti alla camera di Debbie. Per un attimo mi chiedo se
non dovrei bussare, ma l’attimo passa senza che io abbia il coraggio di fare
qualcosa.
New York, poche ore prima in un ristorante esclusivo di Manhattan, due altri membri del nostro variegato cast, interpretano il loro ruolo nel vasto copione delle relazioni interpersonali. Lui, un po’ sovrappeso, anzi, diciamo proprio grassottello, è Franklin Nelson, che gli amici chiamano Foggy, Procuratore degli Stati Uniti in questa parte dello Stato di New York, un uomo al centro dell’attenzione mediatica per il suo ruolo nell’imminente processo ai grandi boss criminali, nonché amico e confidente di Matt Murdock, alias Devil; lei: Elizabeth Allen Osborn, detta Liz, ragazza dei quartieri alti, figlia di un imprenditore, moglie di un imprenditore, ahimè defunto,[4] attualmente è Presidente delle Osborn Chemical Industries, di cui gestisce il pacchetto azionario di controllo in nome del figlio minore, Norman Osborn Jr, dopo l’estromissione del nonno del bambino, Norman Osborn Sr., alias Goblin. È amica dai tempi della scuola, di Peter Parker, alias l’Uomo Ragno.
Lei e Foggy sono stati fidanzati per un po’, ma poi si sono lasciati ed ora, come si usa dire, ci stanno riprovando.
-.. e così Mark[5] ha accettato l’offerta di far parte di questa Justice Inc. E ti ringrazio di averci dato un’occhiata.- sta dicendo Liz.
-Non ho fatto gran che in realtà.- si schermisce Foggy –Ho solo chiesto all’F.B.I. di fare un piccolo controllo. Sembra che quella Cleaver abbia aderenze in alto loco e sia molto rispettata, o forse, temuta, in Gran Bretagna, anche negli ambienti più “segreti”, se mi capisci. Per quel che riguarda la sua organizzazione, direi che è perfettamente legale.-
-Meno male, dopo le esperienze con le manipolazioni di mio suocero, avevo paura che Mark potesse trovarsi in altri guai.-
-A proposito, che ne è di lui?-
-Pare che abbia trovato un avvocato, un certo Unger, che sostiene che Norman non era in se, quando era Goblin, che Goblin è, di fatto, una seconda personalità e che, se adeguatamente curato, Norman non è un pericolo per la società.-
-Unger? Vuoi dire Claude Unger?- chiede Foggy.
-Si credo di si, perché?- risponde Liz.
-Perché è un vero figlio di buona donna e se trova dei giudici ed una commissione di psichiatri comprensivi, beh tuo suocero potrebbe uscire dal carcere prima di quanto ci aspettiamo.-
-Non voglio neanche pensarci, l’idea mi mette i brividi.-
-Ti capisco, ma è realistica. In effetti, da quel poco che so della storia di Goblin, è quasi certamente vero e se le cure psichiatriche funzionassero…-
-Cambiamo discorso, vuoi? Mi sento male se ci penso e lo faccio già abbastanza.-
-Uhm d’accordo…comunque, se ti fa star meglio, farò tener d’occhio tutta la faccenda dal mio ufficio.-
-Grazie caro.-
Caro? Un bel miglioramento, pensa Foggy, uhm forse è il caso di prendersi un’altra bistecchina…
Quale
rumore mi svegli, non so dirlo con certezza, il calore che viene da fuori mi
dice che è a malapena l’alba. Da fuori della finestra sento il sommesso vociare
d’uomini che si spargono per il complesso turistico. Da quel che sento, si
stanno posizionando con perfetta efficienza militare. Vorrei poterci vedere per
capire se si tratta di gente che conosco, oppure no, anche se….Il rumore delle
loro armi quando le toccano... mi ricorda qualcosa, non sono di metallo,
perché? Devo scoprire di più e tanti saluti al proposito di lasciare il costume
nella valigia, d’altra parte, me lo sono portato dietro no? Quindi, il mio
subconscio prevedeva che l’avrei usato? Niente psicologismi d’accatto,
piuttosto, quando Debbie vedrà apparire Devil, la mia identità segreta sarà
ancor più compromessa... beh, ci penserò dopo.
Rivestito
del mio bel costume, scivolo fuori e raggiungo l’edificio centrale del
complesso residenziale. Potrei abbattere qualcuno degli uomini di sentinella,
ma preferisco aspettare, metterli in allarme potrebbe essere controproducente..
Mentre sono sdraiato sul tetto del bungalow, Sento una voce che ricordo,
finalmente, anche se non la sento da anni.
-Non dovete preoccuparvi, sarà
una cosa semplice e veloce e nessuno avrà da soffrirne, vedrete.- dice.
-Questa è…è…una vera rapina,
altro che storie.-
-Preferisco chiamarla una
transazione commerciale tra gentiluomini, ma dopotutto le parole non mi
feriscono.-
-Ci credo, altrimenti non si
farebbe chiamare Saccheggiatore.-
E
così è proprio lui: Parnival Plunder, il fratello del mio vecchio amico Ka-Zar
Avevo sentito dire che era finito nello spazio o qualcosa di simile,[6]
ma evidentemente non c’è rimasto a lungo. Non posso dire di esserne sorpreso,
avessi un cent per tutti i nemici miei o di altri supereri che sono ritornati a
tormentarci, sarei miliardario oggi
-Ah quello! –Prosegue intanto il
Saccheggiatore –Nient’altro che un giochetto di parole sul mio cognome:
Plunder-Plunderer,[7] carino no?
D’altra parte i primi Plunder hanno fatto fortuna come corsari, sai? Ora
veniamo agli affari, Io so come lo sai tu, amico mio che hai truffato gli abitanti dell’isola intascando una congrua
percentuale degli incassi senza dividerli con loro, come avresti dovuto o,
forse hai dimenticato che in quest’isola felice tutti possiedono quote delle
attività turistiche? Sei stato un pessimo amministratore ed ora voglio che
passi tutto il maltolto a me.-
-Come fai a saperlo?-
poso
immaginarmi il sorriso del Saccheggiatore, mentre risponde:
-Non sottovalutare le mie
risorse amico ed ora avanti, fai quel che devi.-
-E se non volessi?-
-Lo vedi questa strana
apparecchiatura al mio polso? Spara un raggio che io chiamo antimetallo,
sfrutta le proprietà di quello che viene chiamato vibranio antartico, un
minerale rintracciabile solo nel luogo favoloso chiamato Terra Selvaggia.
Questo raggio dissolve tutti i metalli con cui viene in contatto, in teoria non
dovrebbe far niente agli esseri umani, ma se te lo punto addosso abbastanza a
lungo…chissà…ci sono vari tipi di metallo nel corpo umano: ferro,
litio…vogliamo provare?-
-Che devo fare?-
-Vai al tuo computer ed apri il
file dei tuoi conti…ecco bravo…uhm una somma discreta, i miei complimenti
Seňor Santos.Ora trasferisci tutto su questo conto cifrato, da bravo.-
-Vuoi prendermi tutto, resterò
senza un soldo
-Perderai di più quando i tuoi
concittadini scopriranno che li hai sistematicamente derubati e lo faranno
quando i dettagli di questa piccola transazione appariranno sui computer di
tutta l’isola.-
-Co... come?-
-Non te l’ho detto? Un piccolo
virus ha fatto si che le informazioni sui tuoi movimenti contabili fossero
trasmesse ad ogni computer collegato. Buona fortuna amico.-
Ho
sentito anche troppo e mi è venuta un’idea pazza, d’altra parte, io sono un po’
pazzo. Mi ci vuole poco a sbarazzarmi di uno degli uomini di sentinella ed
indossare la sua uniforme, mi scioglierò dal sudore, ma, se non altro, potrò
seguire il Saccheggiatore. Dopo il suo piccolo show, Plunder si dirige con i
suoi uomini verso uno scafo ormeggiato
alla banchina, vi saliamo tutti e poi c’immergiamo, solo dopo mi rendo conto
che Debbie si preoccuperà per la mia scomparsa, ma ormai è troppo tardi.
Una suite all’hotel Sheraton, inutile cercare il basso profilo, pensa Richard Fisk, trattiamoci bene. Si siede nell’ampia poltrona e comincia a riflettere. Sta facendo da specchietto per le allodole, i suoi nemici sanno dove trovarlo ed è proprio quello che lui voleva. Pensa alla strada che ha fatto.Ora che Jake Conover è fuori gioco, niente gli impedirebbe di tornare ad essere la Rosa, ma non è questo che vuole, troppo banale e scontato.Un tempo lo chiamavano Schemer, Pianificatore e questo lui ha fatto, ha ideato un piano complesso, ma intrigante. Avrà bisogno di tempo, pazienza e denaro. I primi due non lo spaventano, quanto al terzo: pochi sanno che Giacomo Fortunato, altrimenti noto come Jimmy Six, ha ceduto a suo padre tutte le proprietà e gli interessi della famiglia Fortunato prima di lasciare il paese[8] e che Kingpin è stato abbastanza furbo da convertire tutto in titoli trasferiti in conti segretissimi non connessi a lui.
Il
viaggio prosegue tranquillo e comincio a chiedermi se ho fatto bene a seguire
il Saccheggiatore, quando…
-Puoi toglierti la maschera ora,
Benson, ammesso che tu sia Benson.- esclama, improvvisamente, il Saccheggiatore
–E non lo sei, vero?-
Mi
ha scoperto, gli chiederò dopo come ha fatto, ora è certo che sono nei guai. Mi
strappo la maschera, ormai inutile.
-Ah Devil, quale onore, fa
piacere che alla mia rentrée sia presente un vecchio nemico. Togliti
quell’ingombrante uniforme ed andiamo a parlare nella mia cabina.-
Lo
seguo, ovviamente, un po’ sorpreso di non trovarmi di fronte alla solita
scazzottata.
Entrati
in cabina, sento Plunder sfilarsi la maschera, poi estrarre dall’armadietto una
bottiglia e dei bicchieri.
-Gradisci un goccetto?- mi chiede.
-È puro whisky scozzese.-
-Non bevo, grazie.-
-La stessa risposta della prima
volta, ma quello era un altro Devil o sbaglio? Ho letto una volta su una
rivista che il primo Devil era il gemello dell’avvocato americano di mio
fratello e che sarebbe morto anni fa in battaglia. Murdock si chiamava, un
irlandese che non beve, non credevo che sarei vissuto per vederlo.-
-Ti diverti?-
-Moltissimo, tu non puoi capire
amico mio. Io sono uno spirito libero, l’ultimo degli avventurieri.-
-Ed un volgare ladro, ho visto
quel che hai fatto stasera con il direttore del residence…-
-Oh quello!- Rubare ad un ladro
non è reato non credi? Comunque, ho provveduto a far tornare quel denaro nei
conti dei legittimi proprietari, meno un 30% come mio giusto compenso per il
recupero, s’intende.-
Mi
rendo conto che parla sul serio.
-Perché?- chiedo.
-Perché? Perché del denaro non
m’importa nulla. Io sono un avventuriero, un esploratore come lo era mio padre.
Amava l’ignoto, era un irrequieto, non stava quasi mai a casa, sempre in giro a
cercare misteri. Fu così che scoprì l’antimetallo, niente poteva fermarlo. Io
sono come lui, diversamente da mio fratello Kevin. Se non fosse finito nella
Terra Selvaggia, sarebbe diventato sicuramente un noiosissimo gentleman
inglese, io invece…sono quello che voglio essere.-
-Interessante e sono convinto
che uno psicanalista si divertirebbe moltissimo con questo racconto, ma, se
posso chiedertelo, che intenzioni hai, tornare alla tua vita criminale?-
-Criminale? Definizione che solo
uno come te poteva dare, preferisco definirmi uno spirito libero, come Francis
Drake e Henry Morgan, un corsaro dei tempi moderni, diciamo. Non mi sento
legato da leggi fatte per gente meschina.-
-Eppure la legge serve, senza di
essa saremmo peggio delle bestie ed anche loro hanno un codice di
comportamento, dopotutto.-
-Non ho detto che non seguo
delle regole, solo che non me le faccio imporre. Io faccio solo quello che
molti vorrebbero fare, senza il coraggio di farlo: mi prendo il mio destino
nelle mie mani, come fai tu del resto. Se seguissi scrupolosamente quella legge
che dici di rispettare non indosseresti quel costume.-
-A volte la lettera della legge
non può essere seguita se si vuole…- ma che sto facendo? Sto cadendo nella sua
trappola e mi sto difendendo dalle sue argomentazioni. Lo immagino sorridere
sotto i baffi, con calma mi dice:
-Mi fa piacere che ti sia unito
a noi, ora sarai mio ospite per un po’, ma non preoccuparti, il viaggio sarà
breve.
-Dove stiamo andando?-
-Non lo immagini? Nell’unico
posto che mi piace chiamare casa, dopo il castello di famiglia: la Terra
Selvaggia.-
Magnifico.
N° 11
(PARTE
SECONDA)
Di Carlo Monni
Ci sono
volte in cui la vita sembra bizzarra anche a quelli come me, Devil, il
cosiddetto Uomo senza Paura, che passano il loro tempo libero vestiti in
costumi attillati, dando la caccia ai criminali. Avevo cominciato questa
settimana con una vacanza nei Caraibi, ad Isla Suerte, in compagnia di una
bella donna, deciso a rilassarmi ed invece mi ritrovo in costume su un
sommergibile futuristico diretto alla Terra Selvaggia, in compagnia di un
moderno pirata: Parnival Plunder alias il Saccheggiatore Ci siamo scontrati
solo un paio di volte quando ero all’inizio della carriera ma, paradossalmente,
pensa, come quasi tutti che il primo Devil sia morto da anni e che io sono il
secondo in carica.[9] Pensa che
non ci siamo mai incontrati prima e potrei sfruttare quest’opportunità
-Che intenzioni hai?- gli chiedo
–Vuoi vendicarti di tuo fratello Ka-Zar?-
-Lui sorride.
-No, per carità, la vendetta è
così banale.- ribatte lui –Esattamente quanto ci si aspetta da noi cosiddetti
supercriminali. Il fratello cattivo è un cliché abusato non credi? Credici o no, io non odio mio fratello Kevin
e non voglio portargli via tutto quello che ha come in una mediocre soap opera.
Beh, a dire la verità, almeno una cosa mi piacerebbe portargli via: quella sua
bellissima moglie. Ah Shanna! Dovresti conoscerla per capirmi.-
-La conosco.- rispondo e non
aggiungo un “e ti capisco benissimo.” Anche senza averla mai veramente vista,
il fascino selvaggio di Shanna O’Hara Plunder è stato chiaramente percepibile
anche per me, Credo che non sia mai nato qualcosa tra noi solo perché…beh io
sono un ragazzo di città, mentre lei è chiaro che non sarà mai una cittadina. A
ripènsarci, forse è stato un peccato, dopotutto.
L’uomo
seduto di fronte a me, ha un sorriso affabile ed i modi gentili. Si dicono
molte cose di lui: che sia stato a capo di una fazione dell’Hydra ed anche uno
spietato capo criminale chiamato La Rosa, si dice, badate bene, perché di
queste voci non esiste la minima prova ed a vederlo ed a parlargli nessuno ci
crederebbe e lo si capisce anche da come la mia inevitabile spalla Candace
Nelson lo guarda, quanto a me, mi chiamo Ben Urich, faccio il giornalista e
questo fa di me un cinico per definizione.
-Si chiederà perché l’ho fatta
venire qua Mr. Urich.-
-In effetti, quando il figlio del
famoso Kingpin ti chiede un’intervista, qualche domanda ti viene spontanea.-
ribatto.
Lui
ride per un attimo, poi assume un’espressione seria.
-A dir la verità non amo molto
parlare di mio padre. Non è un segreto per nessuno che ho sempre avuto forti
dissidi con mio padre a causa… del suo stile di vita
-Cosa che non le ha mai impedito
di accettare il suo denaro, mi sembra di ricordare.- ribatto.
-Lo ammetto, sono un uomo debole
sotto certi aspetti. Ora, però, sono divenuto finalmente, finanziariamente
indipendente ed ho deciso di usare questi soldi per restituire una reputazione
al nome dei Fisk.-
Si
ferma gustandosi l’effetto della sua dichiarazione e poi è Candace a fare la
domanda:
-E come?-
-Una fondazione.- risponde lui –Il
Fondo Vanessa Fisk per le vittime della criminalità. Ci occuperemo delle
vittime dei crimini, aiuteremo le famiglie in difficoltà, finanzieremo
iniziative benefiche. Dal male fatto da mio padre nascerà del bene per tutti.-
-Lei dice: “Noi”, non è dunque
solo in quest’impresa?-
Sorride
sornione:
-Certo che no, ho molti
collaboratori. È un’impresa troppo grossa per un uomo solo, ma ce la farò…
anche con l’adeguata pubblicità.-
-Quando conosceremo
questi..collaboratori?- chiedo.
-Presto. La prossima settimana
darò un Gala di presentazione e confido che la stampa sarà presente.-
Sa
benissimo che i media non se lo faranno scappare, specie se comprerà adeguati
spazi pubblicitari. È in gamba il ragazzo, devo solo capire se è sincero o se
nasconde qualcosa.
Franklin “Foggy” Nelson è nel suo ufficio di Procuratore degli Stati Uniti del Distretto Sud dello Stato di New York, discutendo con Kathy Malper, quando entra un altro dei suoi vice: Harrison Kemp, incaricato del processo contro i Signori del Male.
-Cos’è questa storia di lasciar cader le accuse contro Joystick?- chiede Kemp -Faccio tutto un gran lavoro contro questi terroristi superumani, almeno contro quelli che non sono ancora evasi da quel cosiddetto “Carcere di massima sicurezza” e poi… mi dite di lasciar perdere Joystick, perché?-
-Ehm, non è colpa mia – risponde Foggy –Sono ordini che vengono direttamente dal Dipartimento della Giustizia, dall’ufficio del Procuratore Generale in persona. Non ci posso fare niente.-
-Dammi retta Harry…-interviene Kathy Malper –Non serve a niente arrabbiarsi, pensa agli altri imputati e divertiti con loro.-
-Ti ringrazio della solidarietà Malper.- replica Kemp –Mi mandano sempre in bestia queste interferenze politiche. E così Joystick o chi per lei, ha protettori nelle alte sfere, mah., ho paura che non sapremo mai tutte le risposte.-[10]
Foggy pensa a certe cose che ha saputo indagando per conto di Liz Allen Osborn e si rende conto che nemmeno lui avrà facilmente certe risposte.
2.
Non so quant’è durato il viaggio, ne ho approfittato per dormire nella cabina messami a disposizione dal Saccheggiatore. Confesso di non capire sino in fondo quell’uomo e, a dirla tutta, c’è qualcosa in lui che me lo rende anche simpatico. Abbiamo più cose in comune di quanto pensi: abbiamo perso i genitori quando eravamo molto giovani, lui era ancora un bambino, e questo fatto ha indubbiamente segnato le nostre vite. I sentieri che abbiamo seguito sono stati diversi, ma, in fondo entrambi facciamo quel che facciamo perché amiamo il brivido, l’eccitazione. Certo io ho anche delle motivazioni più serie delle sue, ma non posso negare che c’è anche questo.
Il filo dei miei pensieri è spezzato
dall’entrata di Plunder.
-Siamo
arrivati preparati a sbarcare.-
Bene, ora saprò le intenzioni del
mio ospite.
Emergiamo nei pressi della costa di
quello che sembra un mare, o forse è semplicemente un lago molto vasto, quando
arrivo all’aperto i suoni e gli odori caratteristici del luogo assalgono i miei
sensi supersensibili come una marea che il mio addestramento riesce a tenere a
bada con una certa fatica
-Qualcosa
non va?-mi chiede Plunder.
-Tutto
bene.- mi limito a rispondere ed è vero.
-Seguitemi!-
ordina il Saccheggiatore –La dimora di Ka-Zar è da questa parte!-
Si fa strada nella jungla con
disinvoltura ed ancora una volta percepisco che, in un posto del genere, si
trova a suo agio quasi quanto suo fratello. Credo che avesse ragione nel
paragonarsi ai bucanieri e corsari del passato, sembra uscito da un romanzo di
cappa e spada e lo vedrei bene al posto di Errol Flynn nel ruolo di Capitan
Blood. Credo che tutti noi che indossiamo un costume, aldilà delle motivazioni
che ci diamo, facciamo quel che facciamo anche per puro amore dell’avventura e…
Credo di sentire il rumore prima degli altri…
grida, odori animali, il frastuono di una battaglia. Ora lo sente anche il
Saccheggiatore.
.Correte
presto!- intima –Qualunque cosa sia viene dal rifugio di Ka-Zar!-
Acceleriamo il passo e quel che
vediamo (o meglio che loro vedono io lo percepisco ad altri livelli, forse più
accurati.) potrebbe sembrare irreale per chiunque altro. Al centro di uno spiazzo
stanno Ka-Zar e Shanna, con la loro tigre dai denti a sciabola, circondati da
quelli che potrei chiamare solo: uomini dinosauro, creature che, stando ai miei
sensi, sono animati solo dall’istinto di uccidere. Non occorre avere dei supersensi per capire che, armati solo di
coltelli, i coniugi Plunder non resisteranno a lungo.
-Sparate!-
ordina Plunder –Abbattete quelle aberrazioni ora!-
Mentre dice così, corre verso Ka-Zar
e Shanna ed io lo seguo. Nel parapiglia nessuno bada al fatto che,
tecnicamente, dovrei essere un prigioniero.
Studio Legale Nelson & Murdock, un normale giorno di lavoro per uno dei più prestigiosi studi legali della città. Nell’ufficio dell’Amministratore Becky Blake entra una segretaria.
-Ecco i rendiconti della Fantastic Four Inc. che aveva chiesto avvocato.- dice.
-Grazie, sei stata molto
efficiente Jenny.- risponde Becky prendendo i fogli -…cosa sta succedendo?-
L’uomo nel corridoio non può essere confuso con nessun altro, pensa Becky, non importa com’è vestito, un costume azzurro, un abito di Armani o un paio di calzoncini da bagno, si riconosce sempre: Namor McKenzie, il famoso Sub Mariner.
-Desidero parlare con Matt Murdock.- dice.
-Matt è in vacanza.- risponde Becky.Spero di poterle essere utile io.-
-Ho dei problemi legali e lui mi ha già aiutato in passato.-[11]
-Beh Matt, tornerà solo tra un paio di giorni, ma nel frattempo, se mi spiega il suo problema, forse potremmo cominciare a darle una mano…-
Namor guarda la ragazza seduta sulla sedia a rotelle, eppure con aria fiera, che gli tende la mano. Senza pensarci troppo a lungo la stringe e risponde:
-D’accordo avvocato…-
-Blake, Becky Blake, su, entri nel mio ufficio e si sieda.-
-Si tratta della società che ho fondato, la Oracle…-
La porta si chiude alle spalle dell’orgoglioso principe mentre lui continua la sua spiegazione.[12]
3.
Gli
uomini del Saccheggiatore avanzano, colpendo i loro avversari con spietata
efficienza ed anch’io faccio la mia parte. Per chi lo vedesse, sarebbe davvero
uno strano quadretto: Ka-Zar e Shanna con i loro classici costumi da “figli
della Jungla”, fianco a fianco con il fratello del primo, notorio
supercriminale, ed io.famoso supereroe, uniti contro creature che nemmeno
Spielberg ha mai immaginato.
-Parnival tu qui!- esclama
Ka-Zar vedendolo.
-Non è il momento fratello.-
ribatte il Saccheggiatore.-Abbiamo queste creature di cui sbarazzarci prima.-
Evito
l’assalto di un paio di queste strane creature. Per mia fortuna di umano hanno
solo l’aspetto e non l’intelligenza, ma cosa sono? L’Uomo Ragno mi disse di
aver affrontato un uomo dinosauro un paio di volte, ma da quanto ricordo, direi
che queste creature hanno poco a che fare con Vincent Stegron.[13]
Uno di loro sta per darmi una manata che mi staccherebbe la testa dal collo, se
Ka-Zar non gli saltasse addosso e lo facesse rotolare nell’erba, ma anche lui,
forse, sarebbe spacciato, se l’arma del Saccheggiatore non facesse fuoco
sparando il suo raggio sulla testa della creatura che cade, contorcendosi dal
dolore.
Alla
fine quei dino uomini scappano, quelli che non sono rimasti sul terreno
ovviamente.
-Mi hai salvato!- esclama
stupito Ka-Zar parlando al Saccheggiatore.
-Strano eh? –commenta lui sogghignando –Il fratello cattivo dovrebbe sempre complottare contro quello buono vero? Credo che dovremmo essere superiori a questi luoghi comuni Kevin. Io non voglio la tua morte. Due fratelli dovrebbero collaborare non combattersi.-
La diffidenza di Ka-Zar e Shanna è palpabile, ma sembra che lui abbia deciso di concedere al fratello il beneficio del dubbio.
Dimitri Antonov sorride all’uomo che gli sta di fronte, ma l’albino Lapide non ricambia il sorriso
-E così il tuo padrone, il Gufo, vuole un incontro con me.- dice esagerando il suo accento russo –Perché dovrei accettare?-
-Perché ti conviene. – replica Lapide –Dopo la caduta dei capi tradizionali del Maggia ed associati, c’è un vuoto di potere in città e nuove opportunità, il Gufo pensa che invece di farci la guerra potremmo collaborare per il bene di tutti.-
Antonov rimane pensieroso.
.-Ho già La mia fetta di potere qui a Little Odessa, ma ascolto sempre con interesse una proposta e se mi piace l’accetto senza problemi, dì al tuo capo che possiamo discuterne.-
E uno, pensa Lapide.
Nel
rifugio di Ka-Zar ci accomodiamo come meglio possiamo. Shanna tiene in braccio
il figlio, il piccolo Matthew. Mi fa uno strano effetto pensare che c’è un
bambino che porta il mio nome. Non m’illudo che la scelta del nome sia dovuta
alla mia conoscenza di Shanna, ma, ammetto che l’idea mi lusinga.
Ka-Zar
sta finendo di spiegare:
-…sono triceratopi antropomorfi,
aberrazioni della scienza genetica, animati al solo scopo di uccidere. Ne
avevamo sconfitto un gruppo, prima del vostro arrivo, grazie all’aiuto di
alcuni amici speciali, li avevamo appena
salutati dopo che erano andati via per rispondere ad una chiamata di soccorso,
che un altro gruppo ci ha attaccati.-
-Per tua fortuna c’eravamo noi.-
commenta il Saccheggiatore
-Questo non lo capisco.-
interviene Shanna –l’ultima volta che ti ho visto eri stato bandito su Titano da
Thanos.-
-Oh già, un bel problema
infatti, ma si sa, l’uomo dotato della giusta volontà trova sempre i mezzi per
cavarsi dagli impicci. Quei titani sono brava gente davvero sai? Mi hanno
trovato che vagavo nella jungla artificiale di quella simpatica luna fuori mano
e mi hanno rimesso a nuovo ed intendo proprio a nuovo. Niente innesti bionici,
solo il caro vecchio Parnival Plunder. Il resto è stato facile,: è bastato
prendere in prestito una delle loro navette spaziali. Sono fantastiche sai? C’è
un computer a cui basta dire dove vuoi andare e pensa a tutto lui, anche al
pilotaggio , quindi, eccomi qui.-
-Prendere in prestito. Bah,
diciamo che l’hai rubata.- commenta Shanna.
-Parole parole cara cognata,
comunque sia, ora sono qui.-
-Cerchi vendetta per la tua
ultima sconfitta vero?- chiede Ka-Zar.
-Vendetta? Oh no Kevin…è così
meschina la vendetta, Diciamo che all’epoca non ero in me e meritavo una
lezione e chiudiamo la questione. Quella questione almeno, perché ne abbiamo
altre in sospeso da anni…almeno 20 direi.-
Il
battito del suo cuore accelera, mentre estrae da un comparto della cintura un
documento. La mia attenzione aumenta, percepisco la perplessità di Ka-Zar e
Shanna ed anche una certa soddisfazione da parte del Saccheggiatore, mi chiedo
cosa…
-Cos’è questo?- chiede Ka-Zar.
-Un’ingiunzione dell’Alta Corte
di Londra in cui si riconosce che nostro padre era il detentore unico dei
diritti di sfruttamento del vibranio antartico, detto anche antimetallo e che
detti diritti sono passati in parti uguali ai suoi due figli, cioè io e te,-
Comincio
a capire e compatisco Ka-Zar.ci sono nemici che non si sconfiggono con la
forza.
-So che cedi una certa quantità di vibranio ad industrie di quello che chiami mondo esterno per un moderato uso industriale e sono d’accordo. Troppo antimetallo tutto insieme distruggerebbe le riserve di metalli terrestri con risultati inimmaginabili. Resta il fatto che metà dei profitti che fai con le scoperte di nostro padre spettano me…sin dall’inizio.-
-MA
QUESTA È FOLLIA!.-urla Ka-Zar ed afferra il fratello per il bavero.
-Calma
Ka-Zar- gli dico.Posso dare un’occhiata a quel foglio?-
Me lo passa ed io lo “leggo”
sperando che nessuno si accorga che ho tolto il guanto destro e si chieda qual
è il vero motivo per cui sto passando le dita sulla pagina. Devo ammetterlo, è
tutto in regola.
-Ha
ragione lui, sembra.- gli dico –Hai l’ordine di consegnare metà di ogni tua
ricchezza derivata dallo sfruttamento del vibranio antartico o antimetallo, a
tuo fratello entro 30 giorni da oggi, data in cui ti si intima di comparire
dinanzi al giudice per far valere le tue ragioni contro quest’ingiunzione. Sei
hai un avvocato a Londra, ti consiglio di chiamarlo il prima possibile.-
-Io…
io...-
Ka-Zar è senza parole e Shanna pure,
ma sento la bruciante intensità del suo sguardo su Parnival, uno di quegli
sguardi che incenerirebbero, se potessero.
4.
Raggiungo il Saccheggiatore
all’aperto, poco dopo.
-Ti
sei divertito, vero?- gli dico –Hai sferrato il tuo piccolo colpo. Non c’era
alcun bisogno di consegnare l’ingiunzione personalmente, l’hai fatto per
goderti la faccia di tuo fratello.-
Lui si volta verso di me, posso
immaginare il suo sogghigno mentre risponde:
-Ebbene
si, lo ammetto. Certe soddisfazioni non hanno prezzo. Lo so, non è come una
sana scazzottata di una volta, ma in quel campo Kevin mi ha sempre battuto sin
da quando eravamo bambini. In astuzia invece, beh lì posso rifarmi e l’ho fatto
volentieri. Deluso di non aver avuto la possibilità di prendermi a pugni?-
Ci penso un attimo, poi…
-No!
Ci ho anche guadagnato una vacanza in una località esotica e…oh cielo!-
-Cosa
c’è?-
-Niente,
niente!-
A parte il fatto che Deborah Harris
si chiederà che fine ho fatto e che, magari ha allertato mezzo mondo per la mia
scomparsa. Non so proprio come cavarmela stavolta.
-Hai
forse bisogno di un passaggio?- mi chiede Plunder.
Candace Nelson esce dalla redazione del Daily Bugle. È stata una dura giornata, ma almeno stavolta non le tocca il turno di notte. Ora una corsa sino a casa, una doccia ed una cena veloce. Ah la bella vita della single. Un’ora più tardi è in un bar di Times Square, al bancone, quando un cameriere le mette davanti un drink.
-Non ho ordinato niente. – dice lei.
-Offre il signore a quel tavolo.- le risponde il cameriere.
Il solito pappagallo idiota, pensa Candace, mentre, irritata si volta nella direzione indicata dal cameriere e, seduto ad un tavolo vede Richard Fisk che sorride alzando un bicchiere.
Beh, non è esattamente il solito pappagallo idiota dopotutto, pensa ricambiando il sorriso.
Lo confesso, sono nervoso. Dodici
rounds con Mister Hyde mi preoccuperebbero di meno che affrontare Debbie nel
suo appartamento, ma non posso restare sui gradini tutta la sera, quindi meglio
affrontare il mostro e sperare che non mi mangi.
Suono il campanello ed aspetto.
Quando lei apre sento il suo profumo e sento la sua sorpresa, il suo cuore che
batte forte.
-Matt!
Oh Mio dio, ma dov’eri finito?-
Mi abbraccia, poi si stacca e..
-Sai
quanto mi hai fatto preoccupare? Nessuno sapeva niente, non riuscivamo a
trovarti…non sapevo cosa pensare…-
Sospiro e mi preparo a dire le mie
bugie.
-Lo
so, avrei dovuto avvertirti, ma dopo quello che mi avevi detto su me sulla mia
riluttanza ad impegnarmi in una relazione dopo Karen, beh…sentivo il bisogno di
restare solo….c’era un pescatore, mi sono fatto portare al largo e….Beh quando
sono rientrato tu eri già partita e tutti erano preoccupati per la mia
scomparsa.Ho perso tempo a chiarire le cose con le autorità, ho preso la mia
roba ed eccomi qui. Io mi sono comportato da idiota lo so.-
-Puoi
dirlo forte!- replica lei.
-Ascolta…-
le dico -…non ti prometto niente, ma se proprio ci tieni a comprometterti con
questo pazzo avvocato, beh sono pronto al tentativo, a tuo rischio e pericolo.-
Sento che mi guarda e sta prendendo tempo per il verdetto, poi:
-Entra,
su, ci stai facendo la figura dello sciocco in piedi qua fuori.-
Ed è proprio quello che faccio.
Ecco, tutta pèr voi, una nuova
Ultimate Edition di Devil e, come sempre, un po’ di note esplicative.
1) Quello Che
avete appena letto è, sostanzialmente, un episodio che possiamo definire di
passaggio e che ho scritto soprattutto per divertirmi, ma che ripesca un
personaggio dell’era d’oro della Marvel a cui non è mai stata resa abbastanza
giustizia, spero di esserci, almeno in parte, riuscito io.
2) Inizia qui
una lunga sottotrama, ancor oggi in corso,
riguardo le misteriose intenzioni di Richard Fisk, ed il suo rapporto
con Candace Nelson.. Vi dico una sola cosa: non dimenticate che il suo primo
alias fu Schemer, ovvero il Pianificatore.
3) Se volete
saperne di più su Justice Inc. e non siete sui lettori abituali, che aspettate
a cominciare? Valerio per non smentirsi, ci ha infilato un lupo mannaro, anzi:
il lupo mannaro per eccellenza di casa Marvel -_^).
4) Il destino
di Norman Osborn, è stato deciso, più di una volta sulle pagine de “L’Uomo
Ragno”
Nella
prossima ultimate edition: tornano tre supercriminali del periodo d’oro (e la
cosa non vi sorprende immagino) o meglio tornano le loro controparti moderne,
essendo gli originali tutti morti; continuano le trame del Gufo e di Richard
Fisk, il processo ai boss si avvicina ed in più altri deliziosi siparietti
sentimentali.
[1] In Iron Man Vol 3° #4/5 (IM&V 35/36)
[2] Matt si riferisce a quanto narrato negli episodi 8 e 9 ed in Punitore #4 e Marvel Knights #9
[3] Bullseye, nel citato #8
[4] Harry Osborn, figlio di Norman Osborn alias Goblin, è morto in Spectacular Spiderman #200
[5] Mark Raxton, Molten, figlio di primo letto della madre di Liz ed attuale Vice Presidente Esecutivo della Osborn Chemical
[6] Su Titano, la luna di Saturno abitata dell’omonima razza, per la precisione e c’era finito speditovi da Thanos con cui si era malauguratamente alleato.
[7] Plunderer in inglese = Saccheggiatore
[8] E quei pochi lo sanno perché hanno letto Uomo Ragno (Marvelit) #16/18
[9] Spero che ricordiate tutti la storia di Mike Murdock
[10] Ma voi ne avrete almeno alcune se seguirete Justice Inc. su MIT
[11] Moltissimo tempo fa in Daredevil #7 (Devil, Corno, #7 o Devil Classic #2
[12] Per saperne di più sui problemi di Namor non perdete Difensori Annual #1
[13] L'Uomo Ragno ha affrontato Stegron in Marvel Team Up #19/20 (UR, Corno #147/148) e Amazing Spiderman #165/166 (UR, Corno, #232/233)